Perché così tanti rifugiati? Siria

Nel 1971 la famiglia Assad, attraverso un colpo di stato, si impadronì della politica e dell’economia siriana, assicurandosi il controllo del paese attraverso la tortura e la repressione dell’opposizione. Nelle carceri siriane sono migliaia i dissidenti sottoposti giornalmente a torture.

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Nel 2011, durante le proteste che stavano avvenendo nei paesi arabi, i siriani scesero in piazza pacificamente per chiedere nuove riforme e la fine della politica repressiva, che da più di 30 anni limita la libertà d’espressione dei siriani.

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Giorno dopo giorno le manifestazioni diventarono sempre più diffuse e imponenti.
Poco dopo vi furono le prime vittime causate dalla polizia.

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea protestarono per la violenza che il governo di Assad usava contro manifestanti, rivendicando al popolo siriano il diritto di libertà e democrazia. Imposero sanzioni economiche contro la Siria, annunciarono la volontà di far rovesciare il governo di Bassar Al Assad e di finanziare gruppi armati moderati volti a combattere il regime.

Assad annunciò una nuova costituzione per cercare di tranquillizzare i rivoltosi, ma non servì a placare le rivolte.

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Pochi mesi dopo, le manifestazioni pacifiche si trasformarono in guerra.

  • Con l’aiuto economico e militare dell’Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Stati Uniti e alcuni paesi dell’Unione Europea, dei gruppi armati, mercenari e fondamentalisti sono riusciti a conquistare svariate città, con l’intento di far cadere il regime di Bassar Al Assad.
  • Dall’altra parte il regime che, con la Russia, l’Iran, e l’Hezbollah libanese, bombarda intere città per riprendere il controllo di quei territori.

Tra questi due fuochi, centinaia di migliaia di siriani sono stati uccisi, tra i quali tanti bambini. Non ci sono dati esatti sul numero di vittime della guerra in Siria.

La metà dei rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2015 erano siriani.
Ora sono i più numerosi in Europa.


Il costo della guerra

  • Le condizioni umane sono regredite del 32.6%, precipitando al 173esimo posto su 187 paesi.
  • l’aspettativa di vita è passata dai 75,9 anni del 2010 a 55,7.
  • Il 6% della popolazione è stata uccisa, ferita o mutilata durante il conflitto.
  • tra il 2014 e il 2015 il 50,8% dei bambini non sono andati a scuola. Più della metà dei bambini ha perso 3 anni scolastici.
  • nel 2014 risultava il 57.7% della popolazione siriana senza lavoro. Questo ha fatto sì che una quota crescente di giovani siriani si è unito a svariate organizzazioni impegnate nel conflitto e nelle attività illegali.
  • 4 siriani su 6 sono diventati poveri mentre circa il 30% della popolazione non è in condizione di assicurare cibo e beni necessari per la sopravvivenza della famiglia.
  • Con la guerra, l’espansione del mercato nero ha iniziato a dilagare, così come la mancanza di legge, l’aumento della dipendenza dal sostegno esterno e la mancanza di sicurezza economica.
  • Con l’indebolimento dello stato sono emerse reti internazionali e gang criminali involte in traffico di umani, abusi, contrabbando, sequestro di persona ed estorsione. Reclutamento combattenti e commercio di oggetti del patrimonio nazionale e storico.

Il caos e il vuoto che si è formato tra le istituzioni e le persone, hanno causato il fenomeno dell’alienazione, dove le persone non riescono più a rappresentare le loro priorità e le aspirazioni in ambito socioeconomico e politico. Di conseguenza le persone sono allontanate dai loro obiettivi, dalla politica e dalle relazioni formate da queste istituzioni.
Il popolo siriano è costretto a vivere sotto una terribile frattura sociale, politica ed economica che divide loro tra chi è coinvolto nella violenza.

Syria: « Alienation and Violence » Report Impact of Syria Crisis 2014 »
The Syrian Centre for Policy Research (SCPR), 10th of March

Perché così tanti rifugiati? Iraq

Nel dicembre 2011 l’esercito della coalizione lasciò l’Iraq*, ponendo fine ad un conflitto e un’occupazione durata 8 anni.

La guerra iniziò nel 2003, dopo che il governo statunitense e britannico accusarono il presidente iracheno, Saddam Hussein, di possedere armi di distruzione di massa e d’essere legato al terrorismo islamico.
12 anni dopo, l’allora premier britannico Tony Blair, si è scusato davanti alle telecamere della CNN, perché le informazioni d’intelligence che possedevano erano sbagliate.

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Nessuno sa con certezza quante persone abbiano perso la vita durante questa guerra.
Si stima che siano 165.000 i civili uccisi da bombe, bombardamenti aerei, spari, attacchi suicidi e incendi ma, visto che non sono state registrate accuratamente le morti, questo calcolo è lontano dalla cifra reale.

Il numero di morti aumenta significatamene se si pensa alle malattie, infezioni e malnutrizione causate dai danni dei sistemi che forniscono cibo, assistenza sanitaria e acqua potabile.

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Le persone non sono le uniche vittime di questa guerra.

Dopo la conquista di Baghdad tantissimi oggetti risalenti ad antiche civiltà, come quella dei sumeri, sono scomparsi, distrutti o fatti bruciare. Lo stesso destino toccò per i tanti scavi archeologici nel territorio iracheno. 

Gli accademici, uno dei sistemi sanitari migliori della regione e il sistema scolastico sono scomparsi.

*Circa 10 anni dopo l’ufficializzazione di questa notizia Dopo nove anni di campagna miltare Le truppe americane lasciano l’Iraq – Il Fatto Quotidiano nel 2021 scopriamo essere inesatta. Come dichiarato dal nuovo presidente degli Stati Uniti Biden: “gli Stati Uniti sono pronti ad annunciare la fine della missione di combattimento delle forze americane nel Paese”. Negli accordi si sottolinea che l’Iraq ha ancora bisogno di assistenza da parte Usa sul fonte della consulenza militare, dell’addestramento, del supporto logistico, dell’intelligence. Attualmente (2021) in Iraq ci sono 2.500 soldati Usa.

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Arrivati gli statunitensi in Iraq nel 2003 dichiararono che la legge irachena non vigeva più ed istituirono il “Coalition Provisional Authority” (CPA):

  • L’Ordine Generale n.1 fu quello di escludere i membri del Ba’ath (partito di Saddam Hussein) dalle cariche più importanti del paese e inserirono, in un secondo momento, un governo sciita.
  • L’Ordine Generale n.2 decretò lo scioglimento dell’esercito iracheno, licenziando più di 400 mila soldati. Non riuscirono però a raccogliere le loro armi e offrire loro un percorso alternativo.

L’occupazione straniera e l’isolamento dei sunniti dalla vita politica hanno provocato la nascita di gruppi armati e una frattura nell’identità politica e religiosa dell’Iraq, tramutatosi poi in guerra civile.

Le continue violenze e il poco controllo dello Stato sul paese ha fatto sì che nel 2014 l’Isis dichiarò il califfato in una delle città più importanti dell’Iraq, Mosul, aggravando il vortice di violenza nel paese.


4,4 milioni di iracheni sono sfollati nel proprio paese. Un ulteriore 264.100 sono rifugiati all’estero (UNHCR 2015)

Perché così tanti rifugiati? Afghanistan

https://www.repubblica.it/esteri/2013/07/09/foto/kabul_anni_60-62622520/1/#1

Nel link qui sopra le foto che scattò William Podlich a Kabul, tra il 1967 e il 1968.
William era un professore dell’Arizona che si trasferì in Afghanistan con la moglie e le due figlie per insegnare in un college della capitale.
Peg, la figlia del professore, ricorda: “Quando rivedo le foto di mio padre, mi viene in mente un Afghanistan ricco di storia e di cultura.

<<Mezzo secolo fa, le donne afgane facevano tranquillamente carriera nel campo della medicina; uomini e donne si mescolavano tranquillamente al cinema e nei campus universitari a Kabul (…) C’era la legge, c’era l’ordine e c’era un governo capace di intraprendere grandi progetti di infrastrutture nazionali, come la costruzione di centrali idroelettriche e strade. La gente aveva speranza, credeva che l’educazione avrebbe potuto aprire opportunità per tutti ed era convinta che si prospettasse un brillante futuro>>

Mohammad Qayoumi, Once Upon a Time in Afghanistan

24 dicembre 1979

L’Unione Sovietica occupa l’Afghanistan spezzando la pace e la stabilità che negli anni era riuscita a costruire.

La guerra, causata dall’occupazione, provoca un milione e mezzo di morti. 5 milioni di afgani perdono le loro case e diventano profughi.

13 anni dopo l’Unione Sovietica smise di rifornire l’esercito afgano di cibo, carburante e sostegno finanziario. I militari afgani si ritrovarono senza risorse e in poco tempo l’esercito si sfaldò. Il presidente Najibullah tentò di scappare in India ma dei gruppi armati della fazione opposta lo bloccarono.
Così cercò rifugio nei palazzi delle Nazioni Unite.

Najibullah rimase rinchiuso in quei palazzi per quattro anni fino a che i talebani riuscirono a conquistare Kabul.
In una notte del 1996 sequestrarono il presidente e suo fratello. Fu picchiato, torturato ed evirato. Legarono il suo corpo dietro una jeep e lo trascinarono svariate volte intorno al complesso dell’ONU. Poi il corpo fu appeso, affianco a quello del fratello che aveva subito lo stesso destino.

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Ahmad Shah Massoud

Tra i tanti personaggi che combatterono in Afghanistan vi fu Ahmad Shah Massoud. Uomo di cultura, amante della poesia, aperto al mondo ed eroe nazionale, riuscì a sconfiggere l’occupazione russa nella valle del Panjshir.

Dal documentario “Massoud l’afghan” di Christophe de Ponfilly

Nel 1996 fu costretto a tornare nella valle per combattere l’avanzata dei Talebani. In quell’anno Massoud unì afgani di svariate fazioni e gruppi etnici, spesso in lotta tra loro, per combattere i Talebani, un gruppo estremista rifornito di armi, mercenari e appoggio economico dal Pakistan, Arabia Saudita e Stati Uniti.

https://www.independent.co.uk/news/world/anti-soviet-warrior-puts-his-army-on-the-road-to-peace-the-saudi-businessman-who-recruited-mujahedin-1465715.html

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Come contro i sovietici, Massoud riuscì a liberare la valle afgana:

«In una sola giornata, con un duplice attacco, 1800 mujaheddin hanno spinto fuori dalla città — Teleqan — 8 mila talebani, inseguendoli poi lungo la strada verso Kunduz, a ovest. Più di cento talebani uccisi e 150 prigionieri»
Ettore Mo, giornalista (Corriere della Sera)

Massoud dimostrò anche grandi capacità amministrative e politiche, organizzando nelle zone controllate scuole, cantieri stradali e ospedali, uno tra questi dell’ONG italiana Emergency.

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Massoud iniziò a viaggiare in Europa per chiedere sostegno contro l’avanzata e l’estremismo dei talebani.

Nel marzo del 2001 andò al Parlamento Europeo. Denunciò il sostegno del Pakistan ai Talebani e aggiunse: “Non chiediamo e non abbiamo bisogno di truppe straniere, il popolo afgano è pronto a difendere la propria patria, ma naturalmente questa resistenza ha bisogno di supporto”.

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https://multimedia.europarl.europa.eu/es/ep-president-receives-ahmad-shah-massoud-in-strasbourg-press-conference_20010400_44_004_p#ssh

Le sue richieste di aiuto non furono mai ascoltate:

  • Il 9 settembre 2001 Ahmad Shah Massoud venne ucciso.
  • 2 giorni dopo ci fu l’attacco terroristico alle torri gemelle, ufficialmente ideato da Osama Bin Laden, nascosto dai Talebani.
  • 28 giorni dopo iniziò la guerra e l’occupazione statunitense in Afghanistan. Contro i talebani e contro il terrorismo.

Nel 2020 l’Afghanistan ha compiuto il suo quarantunesimo anno di guerra.
Nel 2021 i Talebani sono tornati al potere.

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A causa di questi eventi l’Afghanistan è stato per 32 anni il primo paese per numero di rifugiati.
Ora sono i secondi più numerosi nel mondo.

Come fate a non capire che se io lotto per fermare l’integralismo dei talebani, lotto anche per voi e per l’avvenire di tutti?

Ahmad Shah Massoud

/La storia siamo noi

Le persone emigrano…


“…perché logorate dall’angoscia. Consapevoli che i loro sforzi non serviranno a nulla. Che quello che riusciranno a costruire in un anno verrà distrutto da qualcun altro in un solo giorno.
Convinte che il futuro sia ipotecato. Che con un po’ di fortuna forse loro potranno farcela, ma non i loro figli. Intimamente certe che a casa nulla cambierà, che possono essere tranquille e felici solo altrov
e”

Yann Martel, Vita di Pi, 2001


La guerra, la povertà, la mancanza di diritti e di sostegno fa crescere ogni anno il numero di rifugiati nel mondo:

  • Nel 2004 i rifugiati, gli sfollati e gli apolidi erano 28,4 milioni.
  • 10 anni dopo, 31,1 milioni di persone in più non potevano vivere nelle proprie case. In tutto 59,5 milioni.
  • Nel 2015, durante la crisi dei migranti in Europa, si è superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni:

65.3 milioni i profughi, rifugiati o richiedenti asilo.
Circa 24 ogni minuto.

Il 54% dei rifugiati vengono da solo tre paesi: Siria, Afghanistan e Somalia

Se tutti gli sfollati e i profughi del mondo fossero uno stato, questo sarebbe il 21esimo paese per numero di abitanti del mondo.

  • Sarebbe più popolato dell’Italia o del Regno Unito
  • Avrebbe una popolazione tra le più giovani e con il tasso di crescita demografica più alto al mondo.
  • Ma sarebbe in fondo alla classifica globale per il tasso di frequenza scolastica con un livello allarmante di mortalità infantile per cause prevenibili, come la polmonite.

Questo ipotetico paese potrebbe essere la 54esima economia al mondo se la popolazione avesse adeguato accesso all’impiego

Save the Children

Dove vanno?

10 paesi su 193 (il 2,5% del PIL globale) hanno accolto il 56% dei rifugiati del mondo.

Oxfam

Il Libano, con una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti e 10.000 dollari di prodotto interno lordo, ospita circa un 1,1 milione di rifugiati.

Amnesty International

E nella maggior parte dei casi, sono costretti a vivere ai margini della società:

  • Chi è costretto a fuggire spesso affronta viaggi terribili prima di raggiungere un luogo sicuro.
  • Le famiglie vengono separate e moltissimi finiscono per vivere in condizioni critiche, senza cibo a sufficienza, acqua pulita e servizi igienici adeguati.
  • Alcune persone vivono per decenni come rifugiati, senza alcuna prospettiva di lavoro o istruzione.
  • In molti paesi, se scoperti a guadagnarsi da vivere, rischiano di essere cacciati o puniti.

Oxfam

La crisi dei migranti in Europa

Nel 2015 le Nazioni dell’Unione Europea hanno ricevuto circa 1,3 milioni di richieste d’asilo, di cui 890mila in Germania.

Ibtimes/Welt

“I sei paesi più ricchi che contribuiscono a metà dell’economia globale, ospitano solo l’8,88% dei rifugiati e richiedenti asilo al mondo. Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Giappone insieme ne ospitano 1 milione e 400 mila”

Oxfam

I primi arrivi di massa in Italia, 2011

2011: viene rovesciato il governo di Gheddafi in Libia e quindi cancellato il trattato di Bengasi (2008), che regolava l’afflusso dei migranti sulle coste italiane (Art. 19)

Il costo dell’accoglienza

A livello europeo non esistono linee guida comuni, per questo i costi variano da paese a paese.
Con l’arrivo di più di un milione di migranti nel 2015, in molti paesi dell’Unione Europea la spesa complessiva è più che raddoppiata, con differenze che variano da paese a paese. Dalla Germania che ha speso circa 20 volte in più rispetto all’anno prima (da 129 milioni a 2 miliardi), all’Inghilterra che ha speso nello stesso anno 368 milioni.

Spesa per l’accoglienza, spesa militare

  Spesa per l’accoglienza 2015
(Milioni)
Spesa militare
2015
(Milioni)
Spesa militare al giorno
2015
 
Germania 2.697 € 39.813 € 109 milioni
Regno Unito 368 € 59.492€ 163 milioni
Italia 885 € 19.566 € 54 milioni
Francia 337 € 43.474 € 119 milioni
Paesi Bassi 1.195 € 8.668 € 24 milioni
Belgio 206 € 4.202€ 11 milioni
Ungheria 9 € 1.132 € 3 milioni
USA ? 641.253€ 1,7 miliardi

https://de.statista.com/statistik/daten/studie/5993/umfrage/militaerausgaben-der-wichtigsten-natostaaten/
http://www.lavoce.info/archives/42123/quanto-costa-accogliere-i-rifugiati/

Zygmunt Bauman, die belagerte Gesellschaft, 2005

“Türen können auch verriegelt werden, aber das Problem wird nicht gelöst, wie massiv die Vorhängeschlösser auch sein mögen. Vorhängeschlösser und Bolzen können die Kräfte, die Auswanderung verursachen, nicht zähmen oder schwächen; Sie können helfen, die Probleme des Sehens und des Geistes zu verbergen, aber sie nicht verschwinden zu lassen “

Zygmunt Bauman, die belagerte Gesellschaft

Thomas Sankara

«Ich bringe euch brüderliche Grüße aus einem Land mit einer Fläche von 274.000 km², in dem sich sieben Millionen Kinder, Frauen und Männer weigern, an Ignoranz, Hunger oder Durst zu sterben; sie schaffen es nicht mehr zu leben, obwohl sie schon ein Vierteljahrhundert lang  als souveräner Staat existieren, der bei den Vereinten Nationen vertreten wird.
Ich stehe vor Euch im Namen eines Volkes, das auf dem Grund und Boden der eigenen Vorfahren beschlossen hat, sich von jetzt an zu behaupten und sich ohne das kleinste Zögern seiner eigenen Geschichte anzunehmen – im Guten wie im Schlechten»

Thomas Sankara , Ansprache vor die Vereinten Nationen, 1984

Thomas Sankara war der letzte Präsident von Obervolta und der erste von Burkina Faso. Obervolta war der Name, der auf der Berliner Konferenz einem kleinen Flecken afrikanischen Landes gegeben wurde, das Frankreich zugeteilt worden war.

Sankara änderte den Namen in Burkina Faso , so dass die eigenen Traditionen respektiert werden und der Name eine bestimmte Bedeutung in der eigenen Landessprache erhält: „Land des aufrichtigen Menschen“

Thomas Sankara revolutionierte Burkina Faso und Afrika:

  • Verschwendungen

“Wir haben die Vergütung des Präsidenten abgeschafft und reduzieren auch die Bezüge der Funktionäre und Beamten. Die Prozesse gegen die Diebe, gegen jene, die die Gelder unseres Landes stehen, werden jetzt geführt und sind öffentlich»

  • Wirtschaft

“Wir müssen allen verständlich machen, dass die afrikanischen Märkte den Afrikanern gehören. Wir müssen in Afrika produzieren, unsere Rohstoffe in Afrika verarbeiten und in Afrika konsumieren. Wir müssen das produzieren, was wir brauchen und das konsumieren, was wir produzieren, nicht das, was wir importieren”

Jedes Dorf, jede Gebietsstruktur errichtete Gebäude für Kliniken, kleine Apotheken, Schulen und Lagerhallen für Getreidelagerung.

  • Chancengleichheit

“Wenn in der Schule eine junge Frau schwanger wird, wird sie ausgestoßen. Sie wird sozial ausgeschlossen. Niemand fragt sich, ob derjenige, der sie geschwängert hat, auch in derselben Schulklasse ist. Und wenn er es auch wäre, würde der junge Mann nicht ausgestossen werden, er bliebe dort und könnte andere Mädchen schwängern und  vKinder in die Welt setzen bis zu seinem Abschluss, aber das Mädchen, das auch nur einen Tag vor der Zeugnisverleihung ein Kind erwartet, wird ausgeschlossen.”

“Wir müssen alles tun, um jeder Frau eine Arbeit zu geben, wir müssen jeder Frau die Mittel verschaffen, um ein anständiges und würdevolles Leben bestreiten zu können.”

In der Regierung wurden, teilweise zum ersten Mal in Afrika, Frauen zu Ministerinnen ernannt.

“Wir müssen uns von dem feudalen Erbe befreien, von jener mittelalterlichen Kultur, die uns gelehrt hat, den Mann immer als der Frau überlegen zu betrachten.”

  • Finanzen

(Afrika schuldet Europa Geld)

“Sie haben uns die Finanzierungswege vorgeschlagen, sie haben uns gesagt, dass es richtig wäre, so zu handeln, um die Entwicklung unseres Landes, das Wachstum unseres Volkes und seinen Wohlstand, in Gang zu bringen.

Diese Finanziers wurden uns aufs Wärmste empfohlen. Sie haben uns Stapel von Dossiers und verlockende Finanzaufstellungen vorgelegt. Aber jetzt finden wir uns in einer Situation wieder, die unsere Völker für 50 Jahre oder mehr gefährdet. Sie haben das so gemacht, dass Afrika in seiner Entwicklung und seinem Wachstum, Normen und Interessen nachkommen muss, die ihnen komplett fremd sind.”

“Sie haben uns in die Verschuldung geführt, sie haben mit uns wie in einem Kasino gespielt. Solange sie gewonnen und verdient haben, gab es keine Probleme. Jetzt, wo sie dabei sind zu verlieren, wollen sie die Einsätze zurück. Sie sagen uns, dass es andernfalls zu einer Krise kommen würde.  Aber nein, sie haben gespielt, jetzt können sie auch verlieren. So sind die Regeln des Spiels und das Leben wird weitergehen.

Aber wenn Burkina Faso sich als einziges Land weigert, zu zahlen, werde ich bei der nächsten Konferenz nicht dabei sein.

Wenn ich aber die Unterstützung von euch allen haben werde, eine Unterstützung, die ich dringend benötige, können wir es vermeiden, zu zahlen und so unsere Ressourcen für die Entwicklung unserer Länder nutzen.”

Zwei Monate nach dieser Ansprache wurde Thomas Sankara umgebracht, mittels einer internationalen Intrige.

Land Grabbing

  • In Afrika liegen 24% der landwirtschaftlich genutzten Flächen der Erde.
  • Ca. 60% der Bevölkerung sind in der Landwirtschaft beschäftigt.

Land Grabbing bezeichnet den Erwerb von landwirtschaftlich genutzten Böden in großem Umfang, in Ländern, in denen häufig Hungersnot herrscht.

Der Begriff Land Grabbing wird häufig ab einer Fläche von 200 Hektar benutzt, was ungefähr die 10-fachen Ausmaße eines kleinen Betriebs darstellt.

Der Preis pro Hektar variiert zwischen 3 und 10 Dollar und die Laufzeit des Vertrages beläuft sich auf ca. 50-99 Jahre, wobei die Verträge erneuerbar sind.

Die Weltbank schätzt, dass insgesamt 50 Mio. Hektar betroffen sind.

  • Die Böden werden von privaten multinationalen Unternehmen, vor allem aus westlichen, asiatischen oder arabischen Staaten, erworben, aber auch von Spekulanten, die den Boden brachliegen lassen, bis ein höherer Wiederverkaufswert erzielt werden kann.

Die Nutzung des Bodens durch ausländische Investoren erfolgt häufig in Monokulturen*, in Form von Produktion von Biokraftstoffen oder dem Abbau von Mineralien, meist für den Export.

  • Häufig sind die involvierten Gemeinschaften nicht über die jeweiligen Projekte informiert und nicht in der Lage, ihre Zustimmung zu geben oder zu verweigern, auch wenn sie sich schon jahrelang jene Flächen, etwa für Landwirtschaft, Viehzucht oder Nutzung natürlicher Ressourcen, bedient haben. Auf Grund dieser Praxis verloren viele Anwohner den Zugang zu ihren Ländereien und letztlich sogar ihren Wohnraum. Durch Grundstückenteignungen sind die betroffenen Anwohner nicht mehr in der Lage, sich selbst und ihre Familie zu versorgen. Diese Praxis kulminierte oftmals in Nahrungsmittelkrisen und führte in der Vergangenheit zu Konflikten zwischen verschiedenen afrikanischen Ethnien.

*Monokultur: wirtschaftliches System, bei dem in einem Land die Produktionsanstrengungen nur auf ein, meist landwirtschaftliches Produkt gebündelt werden, im Hinblick auf den Export.

Kolonialismus

 «Die Herausforderung für Afrika geht sehr viel weiter, es ist eine Herausforderung an die Zivilisation […] Bankrotte Staaten, Drogenhandel, Waffenhandel, Menschenhandel, Handel mit Kulturgütern, gewalttätiger Fundamentalismus und islamistischer Terror. All diese Dinge gemeinsam verursachen Probleme in Afrika […] große Bedeutung kommt der demographischen Herausforderung zu. Solange es noch Länder gibt, in denen noch 7 oder 8 Kinder je Frau geboren werden, kann man beschließen Milliarden Euro auszugeben und man wird doch nie eine Stabilisierung erreichen»

Emmanuel Macron, Präsident von Frankreich

Was ist Kolonialismus?

Die politische, kulturelle und wirtschaftliche Abhängigkeit einer Nation von einer anderen. Das Halten untergebener Völker in einem kolonialen Regime, unter der Bedingung von wirtschaftlichem, politischem und kulturellem unterworfen sein.

Definition in Wörterbuch «Treccani», «Garzanti»

Erste Phase: Im Jahr 1400 kam es zur ersten Landung der Europäer in Afrika.
Das anfängliche Ziel war der Handel und die Suche nach einer Seeroute in den Orient. Mit der Zeit aber wandelte sich die Einrichtung von Handelsplätzen zur Ansiedlung und Ausbeutung der kolonialisierten Gebiete, vor allem im Bereich der Bodenschätze, der Landwirtschaft und der Sklaven. Der kontinuierliche Abzug von Sklaven führte so zu einem großen Mangel an Arbeitskräften, der eine mögliche Entwicklung verzögerte. Im 18. Jahrhundert wurden ganze Populationen, die entlang der westlichen Küste angesiedelt waren, in Massen deportiert.

Zweite Phase: Gegen Ende des 19. Jahrhunderts erreichte der europäische Kolonialismus seinen Höhepunkt.
Während der Konferenz von Berlin, waren die afrikanischen Staaten nicht an der Aufteilung ihres Kontinents beteiligt. Sie waren nicht einmal als solches vom damaligen internationalen System anerkannt.
Einige afrikanische Staaten wehrten sich mit unglaublicher Zähigkeit, und es war nötig, regelrechte Eroberungskriege zu führen, um Revolten vorzubeugen. Ziel war hierbei, ein dauerhafter militärischer Präsenz zu erzeugen.
Ihre Anstrengungen waren jedoch erfolglos, gegen einen Feind, der bereits über Waffen, wie Maschinengewehre, verfügte.

Zu Beginn des 20. Jahrhunderts standen 90% Afrikas unter einer europäischen Regierung

Europäische Integration in Afrika

Europa nahm die afrikanische Verwaltung in die Hand. Jede Kolonialmacht auf eine andere Weise. Am weitesten verbreitet war die Assimilierung nach französischer Art und die indirekte Verwaltung nach englischer Art.

  • Bei der einen mussten die Kolonialisierten sich die Kultur der Kolonialherren aneignen, sie verinnerlichen, sich in dieser erkennen und die Werte des Mutterlands teilen.
  • Die andere neigte dazu, die Verwaltung an die vorherigen Machthaber zu delegieren und vor allem die Ortsansässigen in die Führung der Kolonien einzubinden. Allerdings auf Kosten einer deutlichen Trennung von Eingeborenen und Kolonisatoren, was häufig in Apartheit mündete.

Lorenzo Possamai, Africa: la storia ritrovata

“In Berlin zogen sie willkürliche Grenzen, ohne Rücksicht darauf zu nehmen, dass sie so Familien trennten, sogar Ethnien. Jedem Prinzip zum Trotz haben diese Leute über das Leben und die Zukunft von Millionen Menschen entschieden, die in ihrem Land lebten, mit ihren Kulturen, mit ihren normalen Entwicklungsrhythmen.” 
Thomas Sankara, ex President von Burkina Faso

2014/15: 5 afrikanische Länder

Nigeria

  • Boko Haram begeht weiterhin Kriegsverbrechen gegen 14 Millionen Menschen.
  • 2 Millionen sind intern vertrieben worden.
  • Tausende von Männern, Frauen und Kindern wurden auf der Flucht in sicherere Länder willkürlich und ohne einen ordentlichen Prozess verhaftet. Sie hatten keinen Zugang zu einem Rechtsbeistand oder ihre Familie.
    Im Gefängnis sind Krankheiten, Dehydration und Hunger allgegenwärtig.

Guinea

  • Die Sicherheitskräfte gehen mit grosser Härte gegen friedliche Demonstranten vor, sogar mit Feuerwaffen und Knüppeln.
  • Personen, die eine abweichende Meinung zum Ausdruck bringen, werden verfolgt. 
  • 3 von 5 Mädchen in Guinea, werden vor ihrem 18.Geburtstag zur Heirat gezwungen.

Mali

  • Missbrauch, durch bewaffnete Gruppen, steht auf der Tagesordnung.
  • Die Meinungsfreiheit ist eingeschränkt. Demonstranten riskieren ihren Leben.
  • Der bewaffnete Konflikt und die Instabilität nehmen zu. Schulen wurden deshalb geschlossen.
  • 33.000 Menschen sind Binnenflüchtlinge.
  • Ca. 3 Millionen Menschen haben keinen Zugang zu ausreichender Nahrung, 423.000 befinden sich im Zustand schwerer Unterernährung.

Senegal

  • Autoritäten beschränken weiterhin das Recht auf freie Meinungsäußerung, sowie das Versammlungsrecht.
  • Die Bürger riskieren, aufgrund ihrer sexuellen Orientierung, verhaftet zu werden.
  • Die staatliche Autoritäten beschränken weiterhin das Recht auf freie Meinungsäußerung, sowie das Versammlungsrecht

Eritrea

  • Militärdienst ist auch für Kinder verpflichtend.
  • Personen, im Alter zwischen 5 und 50 Jahren, dürfen unter Androhung der Inhaftierung, nicht ausreisen.
  • Politiker, Journalisten und Menschen, die eine nicht autorisierte Religion praktizieren, werden ohne Prozess inhaftiert. Der Zugang zu einem Anwalt oder zu Familienmitgliedern wird nicht gestattet.

Amnesty International Report 2014/15, The State of the world’s human right


Warum so viele Flüchtlinge? – Yemen

Im März 2015 begann eine internationale Koalition, geführt von Saudi-Arabien den Golfstaaten, Frankreich, England und USA, jemenitischen Städte zu bombardieren, um den Vormarsch der Rebellen zu stoppen und den Präsidenten zu unterstützen.

  • Die Koalition bombardierte Schulen, Krankenhäuser, Flüchtlingslager und Märkte. Die Angriffe forderten mehr als 10.000 Tote, darunter 1.540 Kinder. 40.000 wurden verletzt. (2016)
  • 17 Millionen Jemeniten benötigen Nahrungsmittelhilfe, während 2,2 Millionen Kinder an akuter Unterernährung leiden.
  • Die Luft- und Seeblockade, die von Koalitionskräften gegen den Jemen verhängt wurde, war eine der Hauptursachen für die humanitäre Katastrophe, während innere Konflikte und Treibstoffknappheit, die internen Verteilungsnetze für Lebensmittel unterbrochen haben. Das Gesundheitssystem steht vor dem Kollaps. Eine zweite Cholera-Epidemie und akute Diarrhö breiten sich aus.

2,5 Millionen Menschen sind auf der Flucht