Perché così tanti rifugiati? Iraq

Nel dicembre 2011 l’esercito della coalizione lasciò l’Iraq*, ponendo fine ad un conflitto e un’occupazione durata 8 anni.

La guerra iniziò nel 2003, dopo che il governo statunitense e britannico accusarono il presidente iracheno, Saddam Hussein, di possedere armi di distruzione di massa e d’essere legato al terrorismo islamico.
12 anni dopo, l’allora premier britannico Tony Blair, si è scusato davanti alle telecamere della CNN, perché le informazioni d’intelligence che possedevano erano sbagliate.

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Nessuno sa con certezza quante persone abbiano perso la vita durante questa guerra.
Si stima che siano 165.000 i civili uccisi da bombe, bombardamenti aerei, spari, attacchi suicidi e incendi ma, visto che non sono state registrate accuratamente le morti, questo calcolo è lontano dalla cifra reale.

Il numero di morti aumenta significatamene se si pensa alle malattie, infezioni e malnutrizione causate dai danni dei sistemi che forniscono cibo, assistenza sanitaria e acqua potabile.

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Le persone non sono le uniche vittime di questa guerra.

Dopo la conquista di Baghdad tantissimi oggetti risalenti ad antiche civiltà, come quella dei sumeri, sono scomparsi, distrutti o fatti bruciare. Lo stesso destino toccò per i tanti scavi archeologici nel territorio iracheno. 

Gli accademici, uno dei sistemi sanitari migliori della regione e il sistema scolastico sono scomparsi.

*Circa 10 anni dopo l’ufficializzazione di questa notizia Dopo nove anni di campagna miltare Le truppe americane lasciano l’Iraq – Il Fatto Quotidiano nel 2021 scopriamo essere inesatta. Come dichiarato dal nuovo presidente degli Stati Uniti Biden: “gli Stati Uniti sono pronti ad annunciare la fine della missione di combattimento delle forze americane nel Paese”. Negli accordi si sottolinea che l’Iraq ha ancora bisogno di assistenza da parte Usa sul fonte della consulenza militare, dell’addestramento, del supporto logistico, dell’intelligence. Attualmente (2021) in Iraq ci sono 2.500 soldati Usa.

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Arrivati gli statunitensi in Iraq nel 2003 dichiararono che la legge irachena non vigeva più ed istituirono il “Coalition Provisional Authority” (CPA):

  • L’Ordine Generale n.1 fu quello di escludere i membri del Ba’ath (partito di Saddam Hussein) dalle cariche più importanti del paese e inserirono, in un secondo momento, un governo sciita.
  • L’Ordine Generale n.2 decretò lo scioglimento dell’esercito iracheno, licenziando più di 400 mila soldati. Non riuscirono però a raccogliere le loro armi e offrire loro un percorso alternativo.

L’occupazione straniera e l’isolamento dei sunniti dalla vita politica hanno provocato la nascita di gruppi armati e una frattura nell’identità politica e religiosa dell’Iraq, tramutatosi poi in guerra civile.

Le continue violenze e il poco controllo dello Stato sul paese ha fatto sì che nel 2014 l’Isis dichiarò il califfato in una delle città più importanti dell’Iraq, Mosul, aggravando il vortice di violenza nel paese.


4,4 milioni di iracheni sono sfollati nel proprio paese. Un ulteriore 264.100 sono rifugiati all’estero (UNHCR 2015)