Il prodotto che conosciamo più di tutti, derivato dalla raffinazione del combustibile fossile più usato al mondo, il petrolio, è la plastica.
Noi esseri umani, per poter sopravvivere sulla Terra, abbiamo bisogno di modificare l’ambiente che ci circonda. Per questo motivo, dobbiamo usare tantissimi oggetti per poter soddisfare le nostre infinite necessità.
Cenni storici
La seconda guerra mondiale e la proibizione della canapa segnarono la diffusione dei combustibili fossili nella quotidianità di tutti.
La guerra stimolò l’esigenza di trovare sostituti a prodotti naturali non reperibili, per cui vennero sviluppati prodotti sintetici in sostituzione dei loro simili naturali.
Dopo la guerra, le scoperte dettate da esigenze militari invasero il mondo civile.
Gli anni ’50 videro la scoperta delle resine melammina-formaldeide*, che permisero di produrre laminati per l’arredamento e di stampare stoviglie a basso prezzo.
Anche le fibre sintetiche vissero il loro primo boom. Alternativa più moderna rispetto alle fibre naturali.
*Resine melammina-formaldeide: il vasto pubblico le conosce sotto la denominazione commerciale di una specifica tra esse, la “Fòrmica”
“Gli anni ’60 vedono il definitivo affermarsi della plastica come insostituibile strumento della vita quotidiana e come nuova frontiera anche nel campo della moda, del design e dell’arte.
Il nuovo materiale irrompe nel quotidiano e nell’immaginario di milioni di persone, nelle cucine, nei salotti, permettendo a masse sempre più vaste di accedere a consumi prima riservati a pochi privilegiati, semplificando un’infinità di gesti quotidiani. Colorando le case, rivoluzionando abitudini consolidate da secoli e contribuendo a creare lo “stile di vita moderno”.
http://www.corepla.it/la-storia-della-plastica#
Andiamo per difetto, da 60 anni affidiamo esclusivamente ai combustibili fossili l’appagamento dei nostri bisogni. Al petrolio e ai suoi derivati, sopra su tutti la plastica. Difatti, se pensiamo all’alimentazione, il responsabile dell’imballaggio e della conservazione dell’alimento è un derivato del petrolio, la plastica. Responsabile del trasporto dal produttore al supermercato è il carburante, quindi petrolio.
- Nel 2018 la domanda di plastica in Unione Europea è stata di circa 51,2 milioni di tonnellate (51.2 miliardi di kg).
- Sempre in Unione Europea, sono state prodotte 61,8 milioni di tonnellate di plastica (61,8 miliardi di kg). 10,6 milioni di tonnellate in più rispetto alla plastica richiesta.
https://www.agi.it/fact-checking/plastic_tax_europa-6691490/news/2019-12-07/
Il primo problema provocato dall’uso di combustibili fossili è il loro smaltimento.
Si chiamano combustibili fossili perché estratti dallo strato della Terra che contenente i fossili (successivamente modificati chimicamente N.d.R.). Di conseguenza, non sono fonti rinnovabili come i vegetali, ma destinati a sopravvivere negli anni ed accumularsi, come la plastica e le microplastiche.
Gli studi in questo campo sono andati avanti e hanno trovato il metodo per riciclare la plastica. Non tutta la plastica, però, si può riciclare.
PlasticsEurope, l’associazione europea dei produttori di materie plastiche, ha pubblicato un’analisi sulla produzione, sulla domanda e sui rifiuti della plastica europea.
Nel loro report dichiarano che nel 2018, 9,4 milioni di tonnellate di plastica sono stati raccolti in Europa per essere riciclati. Tra parentesi scrivono: “dentro e fuori l’Europa”.
Quindi, la restante plastica, è finita sotto terra, negli inceneritori, nelle discariche o nel mare.
La quantità di plastica prodotta ogni anno nel mondo è di 396 milioni tonnellate. (396 miliardi di kg)
https://www.repubblica.it/ambiente/2019/03/05/news/plastica_100_milioni_di_tonnellate_all_anno_disperse_in_natura-220782710/
Questo vasetto è stato ripescato in mare. Sopra c’è il simbolo delle Olimpiadi e c’è scritto: “Yoplait lo yogurt ufficiale dei Giochi Olimpici del 1976“.
https://www.dolcevitaonline.it/lo-yogurt-di-40-anni-fa-e-ancora-in-mare-praticamente-intatto/