Vasetti yogurt ed interferenti endocrini

La plastica è un materiale complesso, realizzato con petrolio, carbone e gas naturali.

La plastica che conosciamo ha sempre bisogno di additivi, perché necessari a conferirle requisiti fondamentali come il colore, la flessibilità, l’antiossidante e così via.
I composti chimici che si trovano all’interno degli additivi, però, hanno una caratteristica preoccupante: sono sostanze chimiche persistenti. Un tipo di sostanze che non si degradano né nel corpo, né all’aria aperta, né sotto al sole, né sotto l’acqua. Dopo il loro rilascio si diffondono a livello globale attraverso l’aria, l’acqua e la catena alimentare.
Questi composti chimici preoccupano perché sono degli inquinanti organici persistenti capaci di provocare danni alla salute umana e all’ambiente, anche a grande distanza dalla fonte di emissione.

I PFAS, per esempio, sono delle sostanze chimiche che rendono le superfici resistenti ai grassi ed impermeabili all’acqua, infatti sono spesso presenti nella carta che avvolge il burro, nei sacchetti dei popcorn ma anche negli indumenti impermeabili e negli antimacchia per i divani.
Ampiamente usati, sono le sostanze chimiche più persistenti che conosciamo.

Green Peace ha analizzato 40 prodotti utilizzati nelle attività ricreative come sacchi a pelo, corde per arrampicata, zaini, guanti da montagna. Nel 90% dei prodotti i PFAS erano presenti.
Oltre che nei prodotti per le attività ricreative, Green Peace ha trovato i PFAS anche sugli Appennini a 2.000 metri di altezza, nei laghi della Svizzera, nei monti della Slovacchia, Russia, Turchia. A 3.000 metri in Chile, a 5.000 metri in Cina e vicino al Polo Nord.
(Report – L’età della plastica di Claudia di Pasquale, min 0:53:00)

Gli inquinanti organici persistenti, se accumulati nel corpo, possono causare tumori, disfunzioni ormonali o compromettere la funzione riproduttiva.

https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/prodotti-chimici/info-specialisti/affari-internazionali–prodotti-chimici/convenzione-di-stoccolma-pop-sugli-inquinanti-organici-persisten.html

Le sostanze non tossiche lo possono diventare se accumulate nell’ambiente”. A dirlo è Pim De Voogt, professore di chimica ambientale dell’Università di Amsterdam. Insieme ad altri 208 scienziati, ha firmato la cosiddetta dichiarazione di Madrid, per chiedere ai governi, ai legislatori, alle industrie e alle fabbriche di non produrre e non usare più i PFAS, ma di cercare delle alternative sostenibili e degradabili.

L’epidemiologa dell’Università della Danimarca del Sud Tina Kold Jensen ha seguito decine di donne prima, durante e dopo la gravidanza: “Ho scoperto che le donne più esposte ai PFAS hanno un rischio 16 volte più alto di avere un aborto spontaneo e di avere figli che si ammalano più spesso, proprio perché i PFAS possono interferire con il sistema immunitario dei bambini. Altri studi hanno dimostrato che i PFAS possono ridurre l’efficacia dei vaccini”. 

Perché?

Queste sostanze chimiche, oltre a persistere nell’ambiente, sono degli “interferenti endocrini”.

Ce lo spiega Fiorella Belpoggi, direttrice del centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni: “L’interferente endocrino è una sostanza che mima, si traveste. Ha una molecola simile a quella di un ormone.
Il sistema corpo li legge come ormone estrogeno creando un gran scompiglio all’interno dell’organismo umano”.

Il sistema endocrino è responsabile della produzione di ormoni necessari per la crescita, lo sviluppo cerebrale (tiroide) e sessuale (estrogeni e testosterone) della persona. Se viene intaccato si rischia di incorrere in patologie riproduttive (infertilità, endometriosi, aborti spontanei), disturbi comportamentali nei bambini, diabete ed alcune forme di cancro, come quello ai testicoli o al seno.

Gli interferenti endocrini possono essere rilasciati nell’ambiente dalle industrie chimiche (PBC, diossina, benzene), dall’agricoltura (erbicidi e pesticidi) e sono presenti in numerosi prodotti per la cura della persona, anche nei giocattoli sotto forma di ftalati, BPA (additivi della plastica n.d.r.)  e parabeni.
In particolare, gli imballaggi e i contenitori di plastica sono la fonte più importante di interferenti endocrini: l’esposizione del materiale plastico alla luce e al calore causa il rilascio di queste sostanze nel cibo e nelle bevande.

Le principali vie di esposizione agli interferenti endocrini per l’umano sono l’inalazione, il contatto con la pelle e il consumo di prodotti contaminati.

Gli interferenti endocrini agiscono sia sulla popolazione esposta che sulle generazioni future, difatti, già durante la gravidanza, gli interferenti endocrini possono alterare la fertilità dell’individuo influenzando il corretto sviluppo del cervello e dell’apparato uro-genitale.
Sostanze come i PFAS possono introdursi nel sangue, nel liquido seminale, nel fluido follicolare e nel sistema che regola i nostri ormoni, ed essere causa di disturbi e malattie.
https://www.fondazioneserono.org/fertilita/ultime-notizie-fertilita/ruolo-interferenti-endocrini-fertilita/

Tony Fletcher, epidemiologo della London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM): “Abbiamo condotto un ampio studio su una comunità di 69mila persone che abitavano in un territorio contaminato dal PFOA (sostanza chimica della famiglia dei PFAS) ed abbiamo trovato associazioni con 6 malattie diverse: colesterolo alto, colite ulcerosa, disfunzioni alla tiroide, cancro ai testicoli, ai reni e ipertensione gestazionale”.

La comunità su cui ha indagato Tony Fletcher è quella che abita vicino lo stabilimento americano della Dupont, l’azienda che per anni ha usato il PFOA nel processo di produzione del Teflon, il più noto rivestimento antiaderente delle padelle.
Negli Stati Uniti la Dupont è stata accusata di avere contaminato le acque con il PFOA e nel 2016 è stata condannata a risarcire 5 milioni di dollari ad un uomo che ha avuto il cancro ai testicoli.
http://www.rainews.it/dl/docs/1477333966373plastica_report.pdf

La cosa interessante è che l’azienda, non la persona fisica, l’azienda condannata al risarcimento per aver provocato un tumore ad un uomo, è la Dupont, una delle aziende che negli anni ’30 ha causato la proibizione della canapa. Una di quelle aziende che ha boicottato gli studi sulla chemiurgia e gli usi dei vegetali nell’industria. La Dupont, in questo modo, ha potuto continuare a lavorare e produrre sostanze che non si degradano né nell’ambiente, né nel corpo umano. Sostanze che riescono a raggiungere ogni angolo della Terra e che provocano tumori, problemi al sistema riproduttivo, di fertilità, al sistema immunitario, al sistema nervoso, al fegato, alla respirazione e all’ambiente che ci circonda.
Tutto questo per rivestire delle padelle di antiaderente.
https://www.raiplay.it/video/2016/10/Report-3df5b451-cc2f-4c22-8758-6b92ba9a5744.html

Ogni anno, col processo fotosintetico, vengono fissati sulle terre emerse circa 100 miliardi di tonnellate di carbonio, per circa due terzi sotto forma di materiali lignocellulosici e per circa un terzo sotto forma di amido, zuccheri e altre sostanze.
https://www.fondazionemicheletti.eu/contents/documentazione/archivio/Altronovecento/Arc.Altronovecento.07.02.pdf

Tutte sostanze che potrebbero aiutarci a produrre beni e a soddisfare i nostri infiniti bisogni, senza necessariamente contaminarci.