L’eco della “primavera araba” fu ascoltato anche dai giovani libici e nel febbraio 2011 scesero in piazza per protestare contro il regime.
Le manifestazioni presto diventarono rivolte e portarono gli insorti a conquistare le città più importanti della Libia.
La comunità internazionale accusò Gheddafi di usare troppa violenza contro il suo popolo e con una risoluzione dell’ONU si diede via alle operazioni militari guidate dalla NATO contro le forze fedeli di Gheddafi: “Insieme abbiamo deciso di mettere in atto le richieste dell’ONU per porre fine alle violenze contro la popolazione civile in Libia. Siamo tutti d’accordo nell’ usare tutti i mezzi anche militari per mettere in atto le decisioni del consiglio di sicurezza ONU”. Dichiarò l’allora presidente francese Sarkozy durante il Summit a Parigi sulla Libia.
Dopo l’inizio di questo intervento 50.000 libici persero la vita.
Nell’ottobre 2011 due cacciabombardieri francesi guidati da un aereo radar americano sganciarono due bombe a guida laser che colpirono Muammar Gheddafi. Subito dopo fu raggiunto dagli insorti e ucciso.
La morte del rais ha definito la nascita di due governi in continua lotta tra loro e lo stanziamento di numerose milizie islamiste e non, tra cui l’Isis.
Nel 2011 il numero di
sbarchi sulle coste italiane fu di 16 volte più alto rispetto all’anno
precedente.
Ora la Libia rappresenta uno dei punti di partenza più frequenti per i
rifugiati.