Nel marzo 2015 una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita, con i paesi del Golfo e Stati Uniti tra le fila, ha iniziato a bombardare città yemenite per sostenere il presidente e combattere l’avanzata dei ribelli.
- I bombardamenti della coalizione hanno ripetutamente colpito scuole, ospedali, campi profughi, mercati provocando più di diecimila morti, compresi 1.540 bambini e 40mila feriti (2016).
- 17 milioni di yemeniti necessitano di assistenza alimentare mentre 2,2 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta.
- Il blocco aereo e navale imposto allo Yemen dalle forze di coalizione ha rappresentato una delle principali cause della catastrofe umanitaria, mentre la violenza nel paese e la diffusa carenza di carburante hanno perturbato le reti interne di distribuzione dei generi alimentari. Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso mentre è scoppiata una seconda epidemia di colera
La risposta internazionale
Nell’agosto 2016 Gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di 1,15 miliardi di dollari in armamenti all’Arabia Saudita.
In un comunicato ufficiale del Dipartimento di Stato Usa si leggeva «Questa proposta di vendita contribuirà alla politica estera e di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, contribuendo a migliorare la sicurezza di un partner strategico regionale che continua a essere un contributore importante per la stabilità in Medio Oriente».
Secondo la Control Arms Agency nel 2015, La Francia, la Germania, l’Italia, il Montenegro, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito, Turchia e Svizzera hanno venduto armi all’Arabia Saudita per un valore complessivo di oltre 25 miliardi di dollari.