23 Nov 2019
Mi chiamo Irene, sono una ragazza italiana nata nel ’94 ed anni fa ho lasciato il mio luogo di nascita. La mattina la passo con i bambini, la sera davanti al computer.
Sono nata durante gli anni del bivio, a 259 anni dall’inizio di un sistema che oggi ci sta presentando il suo conto. Quel conto in rosso che iniziamo a percepire tutti.
Ascolto persone lamentarsi di ogni cosa: l’ambiente, l’economia, il lavoro, ma soprattutto sento e vedo sfogare la loro frustrazione contro quelle persone che all’improvviso si sono fatte conoscere. Sono arrivate qui, portando con sé i pesi di luoghi che fino a quel momento non avevamo mai conosciuto.
Di quelle persone ne conobbi tante perché anche io immigrata. Una ad una mi raccontarono le loro storie, tutti con accenti diversi. Mi raccontarono dei loro viaggi, delle loro gioie e anche delle loro tragedie. Tragedie di cui sentivo parlare da diversi punti di vista, ma da ognuno di noi. Tragedie che distruggono confini.
Da lì ho iniziato a cercare i motivi di questa fuga, usando uno strumento che sottovalutiamo da troppo tempo. Mi sdraiavo sul divano con lo schermo del PC davanti agli occhi. Occhi nella quale scorrevano parole. Parole che raccontavano l’origine di quel male che stava soffocando tutti noi, costringendoci l’uno contro l’altro.
Attraverso la ricerca mi accorsi di qualcosa: le sofferenze umane hanno un denominatore comune.
Adesso ognuno di noi è in grado di capirlo grazie all’accesso illimitato a ogni tipo di informazione e documento. Per informarsi, prima, si poteva solo aspettare il giornale, il telegiornale o qualche rivista. Ora basta sedersi su una sedia, su un divano, per terra, scrivere, cliccare e leggere.
A ognuno di noi è data la possibilità di conoscere e quando si conosce si ha la possibilità di scegliere. Scegliere equivale a essere liberi.
Hanno parlato a vuoto così tanto di libertà che ormai non sappiamo più cosa significhi.
Conoscere equivale a libertà. Ed è per questo desiderio che 84ground.com è nato.
