Perché così tanti rifugiati? Siria

Nel 1971 la famiglia Assad, attraverso un colpo di stato, si impadronì della politica e dell’economia siriana, assicurandosi il controllo del paese attraverso la tortura e la repressione dell’opposizione. Nelle carceri siriane sono migliaia i dissidenti sottoposti giornalmente a torture.

~

Nel 2011, durante le proteste che stavano avvenendo nei paesi arabi, i siriani scesero in piazza pacificamente per chiedere nuove riforme e la fine della politica repressiva, che da più di 30 anni limita la libertà d’espressione dei siriani.

~

Giorno dopo giorno le manifestazioni diventarono sempre più diffuse e imponenti.
Poco dopo vi furono le prime vittime causate dalla polizia.

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea protestarono per la violenza che il governo di Assad usava contro manifestanti, rivendicando al popolo siriano il diritto di libertà e democrazia. Imposero sanzioni economiche contro la Siria, annunciarono la volontà di far rovesciare il governo di Bassar Al Assad e di finanziare gruppi armati moderati volti a combattere il regime.

Assad annunciò una nuova costituzione per cercare di tranquillizzare i rivoltosi, ma non servì a placare le rivolte.

~

Pochi mesi dopo, le manifestazioni pacifiche si trasformarono in guerra.

  • Con l’aiuto economico e militare dell’Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Stati Uniti e alcuni paesi dell’Unione Europea, dei gruppi armati, mercenari e fondamentalisti sono riusciti a conquistare svariate città, con l’intento di far cadere il regime di Bassar Al Assad.
  • Dall’altra parte il regime che, con la Russia, l’Iran, e l’Hezbollah libanese, bombarda intere città per riprendere il controllo di quei territori.

Tra questi due fuochi, centinaia di migliaia di siriani sono stati uccisi, tra i quali tanti bambini. Non ci sono dati esatti sul numero di vittime della guerra in Siria.

La metà dei rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2015 erano siriani.
Ora sono i più numerosi in Europa.


Il costo della guerra

  • Le condizioni umane sono regredite del 32.6%, precipitando al 173esimo posto su 187 paesi.
  • l’aspettativa di vita è passata dai 75,9 anni del 2010 a 55,7.
  • Il 6% della popolazione è stata uccisa, ferita o mutilata durante il conflitto.
  • tra il 2014 e il 2015 il 50,8% dei bambini non sono andati a scuola. Più della metà dei bambini ha perso 3 anni scolastici.
  • nel 2014 risultava il 57.7% della popolazione siriana senza lavoro. Questo ha fatto sì che una quota crescente di giovani siriani si è unito a svariate organizzazioni impegnate nel conflitto e nelle attività illegali.
  • 4 siriani su 6 sono diventati poveri mentre circa il 30% della popolazione non è in condizione di assicurare cibo e beni necessari per la sopravvivenza della famiglia.
  • Con la guerra, l’espansione del mercato nero ha iniziato a dilagare, così come la mancanza di legge, l’aumento della dipendenza dal sostegno esterno e la mancanza di sicurezza economica.
  • Con l’indebolimento dello stato sono emerse reti internazionali e gang criminali involte in traffico di umani, abusi, contrabbando, sequestro di persona ed estorsione. Reclutamento combattenti e commercio di oggetti del patrimonio nazionale e storico.

Il caos e il vuoto che si è formato tra le istituzioni e le persone, hanno causato il fenomeno dell’alienazione, dove le persone non riescono più a rappresentare le loro priorità e le aspirazioni in ambito socioeconomico e politico. Di conseguenza le persone sono allontanate dai loro obiettivi, dalla politica e dalle relazioni formate da queste istituzioni.
Il popolo siriano è costretto a vivere sotto una terribile frattura sociale, politica ed economica che divide loro tra chi è coinvolto nella violenza.

Syria: « Alienation and Violence » Report Impact of Syria Crisis 2014 »
The Syrian Centre for Policy Research (SCPR), 10th of March