Ancora 30 anni

Abbiamo ancora 30 anni per ignorare tutto ciò che ci circonda. 30 anni per pensare esclusivamente ai nostri bisogni e a ciò che ci appaga il più velocemente possibile.
10.950 giorni passati a scegliere ciò che è più comodo, bello e buono. Tutto ciò che ci fa sentire esteticamente accettati, ricchi e che soddisfi la nostra costante sete di approvazione. Sembrano un sacco di giorni vero?
Comprare per riempire quel buco nero che risiede in ognuno di noi.
Chi fa l’offerta migliore vince e a noi dà la possibilità di possedere tutto il necessario per esorcizzare quella pressione lavorativa, familiare e sociale che la realtà costruita ci richiede costantemente, a volte anche mentre dormiamo. 
30 anni dove possiamo ancora usare i nostri escamotage cerebrali che filtrano e ignorano una realtà ben troppo estenuante da capire. Escamotage che ci permettono di continuare a vivere la nostra routine su un filo sottile che dondola tra il nostro bene e il nostro male. Tutti hanno bisogno della normalità, tanto cosa possiamo fare? Il pochissimo tempo che ci rimane non ci permette di porre attenzione sugli effetti che provocano le nostre azioni e le nostre scelte. 

Dopodiché, quando compirò 56 anni, la temperatura della Terra raggiungerà i 3 gradi centigradi e in quel momento l’essere vivente più intelligente del pianeta sarà riuscito a distruggere in pochissimo tempo centinaia di migliaia di anni d’evoluzione. 

Questo è lo scenario che emerge dal report realizzato dal Breakthrough – National Centre for Climate Restoration, centro di ricerca ed innovazione australiano.

Gli autori del documento, David Spratt, direttore della ricerca del centro Breakthrough e Ian Dunlop, membro del Club of Rome, ex Senior Executive di Royal Dutch Shell che in precedenza ha presieduto l’Australian Coal Association, hanno affermato che i calcoli sui rischi del riscaldamento globale contenuti negli accordi di Parigi* non tengono in considerazione il meccanismo di “long term carbon feedback” attraverso il quale il pianeta tenderebbe ad amplificare i mutamenti climatici in senso negativo. Questo vuol dire che i tempi di riscaldamento globale si accelererebbero, portando la temperatura della Terra a +3 °C non nel 2100, bensì nel 2050, con effetti devastanti per l’umanità. Chiaramente tutto questo se non verrà preso nessun tipo di provvedimento rispetto ai continui rilasci di gas serra e inquinanti nell’atmosfera. Scelte che non possono più essere rimandate.

*In occasione della Conferenza sul clima tenutasi a fine 2015 a Parigi è stato stipulato un nuovo accordo sul clima per il periodo dopo il 2020 che, per la prima volta, impegna tutti i Paesi a ridurre le proprie emissioni di gas serra. In tal modo è stata di fatto abrogata la distinzione di principio tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo.

Entrando nei dettagli del report, cosa succederebbe se continuassimo a vivere la rivoluzione industriale come è stato fatto negli ultimi 200 anni?
I risultati sono difficili da credere perché profondamente drammatici. Oppure difficili da credere perché non abbiamo mai riflettuto concretamente sul significato e sulle conseguenze del termine “risorse limitate”.

La Terra si riscalderà abbastanza da far collassare buona parte degli ecosistemi terrestri. Artico, Amazzonia e Barriera Corallina.

La temperatura alta porterebbe a un massiccio scioglimento dei ghiacciai e lo scioglimento dei ghiacciai ad un alzamento del livello del mare. Nel 2050 di mezzo metro. Nel 2100 tra i 2 e i 3 metri.
Inoltre, non dimentichiamoci che i ghiacciai sono i nostri serbatoi d’acqua. Quando si scioglieranno definitivamente, 2 miliardi di persone vivranno una profonda crisi idrica e agroalimentare con conseguente impennata dei prezzi.

A sinistra una foto scattata al Monte Bianco nel 1919, a destra lo stesso monte 100 anni dopo. Con l’innalzamento della temperatura del Pianeta di +1C abbiamo già visto il 50% dei ghiacciai sciogliersi.

Se il trend delle estati più calde continuerà ad essere tale, nel 2050 il 55% della popolazione mondiale sarà soggetta a più di 20 giorni all’anno di ondate di calore letali.

https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/2016-2019-anni-temperature-record

I terreni non sono esclusi dall’effetto domino ambientale: il 30% della superficie terrestre diventerà arida e la desertificazione coinvolgerà soprattutto le aree dell’Africa meridionale, il Sud del Mediterraneo, parte dell’Asia, Medio Oriente, le aree interne dell’Australia e gli Stati Uniti sud occidentali.
Il pianeta avrà meno terre coltivabili ma una popolazione di 9,7 miliardi di persone da sfamare.

Le regioni più povere che non hanno la possibilità di fornire alla popolazione ambienti raffreddati artificialmente, diventeranno incompatibili con la vita umana. L’Africa occidentale, il Sud America tropicale, il Medio Oriente e il sud-est asiatico saranno investiti da 100 giorni l’anno di calore mortale. E allora sì che gli sfollati non saranno più causati da guerre e profonda povertà, il clima diventerà la prima causa che costringerà più di un miliardo di persone ad abbandonare le proprie case.

Se la mentalità rimarrà uguale a quella odierna non è irreale lo scenario di guerre per l’accaparramento delle ultime risorse terrestri.
Che ci piaccia o no questi sono gli anni della resa dei conti.

Breakthrough – National Centre for Climate Restoration, “Existential climate-related security risk: A scenario approach”, 2019

Bruciare fossili e sostituirli con immondizia a quanto pare non è stata una buona idea. Nemmeno comportarci come esseri viventi estranei al sistema ecologico e al Pianeta che ci tiene in vita.

Ma c’è una bella notizia: il punto di non ritorno lo possiamo vedere ma non lo abbiamo ancora superato. Esiste ancora la possibilità di utilizzare un’energia, degli oggetti e dei sistemi che siano compatibili con la vita sulla Terra. Già sono stati creati da tempo, devono solo diventare la normalità.
Sono veramente tante le cose che potremmo fare, dobbiamo solo iniziare a ritenerle fondamentali per la nostra sopravvivenza. Questo cambio di mentalità dovrà partire dai tre grandi attori della società moderna: consumatore-produttore-legislatore.

In concreto, si potrebbero trasformare i comuni, le cooperative, condomini o famiglie in “comunità energetiche”. Le comunità energetiche sono l’unione di soggetti capaci di produrre, consumare e condividere energia sotto il principio di autoconsumo energetico e autosufficienza, utilizzando impianti che producono energia pulita e rinnovabile, con ricavi e risparmi sia in bolletta che in termini di CO2. Degli esempi di comunità energetica li troviamo in Veneto, in Emilia Romagna, in Puglia, in Piemonte, nella zona alpina di Tirano ma anche in Germania, nel circondario del Reno-Hunsrück, dove la collaborazione di due comuni ha portato a un notevole risparmio di C02: il consumo è passato da 1200 a solo 80 tonnellate l’anno.
Anche riempire le città di alberi aiuterebbe l’assorbimento di CO2.
Gli isolamenti termici per le case potrebbero servire a diminuire il consumo di gasolio e gas, oppure potremo accendere i termosifoni solo quando ne abbiamo davvero bisogno e non necessariamente aumentarli a temperature tropicali.

Potremo iniziare a produrre plastica da materie prime vegetali invece che dal petrolio, soprattutto per quelle plastiche che servono solo a rivestire il prodotto e che, una volta tolte, vengono buttate via.
A chi è affidata la legge potrebbe erogare finanziamenti per sostenere le aziende che producono in modo intelligente.

Evitare di comprare quando siamo tristi o annoiati, non comprare per voglia ma per necessità. Riflettere su quello che si sta comprando, quanti chilometri ha fatto quel prodotto prima di arrivare nelle nostre mani, quali e quanti ingredienti contiene, se sono stati usati pesticidi. Scegliere il prodotto con meno imballaggio. Cercare di comprare il più possibile di seconda mano, soprattutto gli apparecchi elettronici come i cellulari.
Il cervello ci mette un attimo a fare questi ragionamenti se li ritiene importanti, soprattutto se si rende conto che le proprie scelte potrebbero fare la differenza.

Il problema è che tutto questo è ancora ritenuto noioso. È singolare che un essere vivente ritenga noiosa la propria sopravvivenza, ma di contraddizioni l’essere umano ne ha davvero tante.

Ora sappiamo cosa succederà se continueremo a raccogliere senza seminare, non so voi, ma io non ho la minima voglia né di fare il conto alla rovescia, tantomeno di fare la fine dei topi di Calhoun.

Un’importante riflessione è stata fatta dall’ammiraglio in pensione Chris Barrie. Attualmente lavora per il Change Institute alla Australian National University di Canberra e a lui è stato affidato l’introduzione di questo documento:

“I 7,5 miliardi di esseri umani del mondo d’oggi sono la specie più predatrice mai esistita. Oltretutto la popolazione mondiale non ha ancora raggiunto il suo picco: questo potrebbe raggiungere i 10 miliardi di persone con conseguenze disastrose se non avvenissero cambiamenti radicali nei comportamenti umani. […] Come ha detto il mio collega, il professor Will Steffen, della sfida climatica: “Non è un problema tecnologico o scientifico, è una questione di valori socio-politici delle discipline umanistiche. Abbiamo bisogno di un punto di svolta sociale che capovolga il nostro pensiero prima di raggiungere un punto di non ritorno nel sistema climatico. […] Un futuro apocalittico non è inevitabile! Ma senza un’azione drastica immediata le nostre prospettive sono scarse. Dobbiamo agire collettivamente”.

FONTI

https://www.climaterealitycheck.net/

https://www.ilsole24ore.com/art/cosi-2050-civilta-umana-collassera-il-climate-change-ACxDIjU

https://www.globalist.it/science/2019/06/27/l-allarme-degli-studiosi-australiani-la-terra-collassera-nel-2050-per-colpa-del-cambiamento-climatico-2043479.html

https://www.greenreport.it/news/clima/le-foreste-in-fiamme-dellaustralia-sono-il-segnale-che-abbiamo-superato-un-punto-di-non-ritorno-climatico/

https://it.businessinsider.com/linverno-in-australia-scomparira-entro-il-2050-un-tool-sviluppato-da-climatologi-e-designer-lo-mostra-con-chiarezza/

https://www.vice.com/it/article/597kpd/report-breakthrough-cambiamento-climatico-fine-civilta-umana-2050

https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/2016-2019-anni-temperature-record

https://www.rai.it/dl/doc/1591714763460_comunita_energetica_report.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=kMbcj4OlXvQ&t=1860s

https://www.youtube.com/watch?v=NqGMywlk0j4&t=40s

https://www.youtube.com/watch?v=g9fVzw3Cwno