Settembre 2000: “Ricostruire la difesa americana”

Una delle pubblicazioni più influenti del PNAC è stato un rapporto di 90 pagine intitolato ‎‎”Rebuilding America’s Defenses: Strategies, Forces, and Resources For a New Century” che riportava in vita i principi del “Defence Plannig Guidance” di Wolfowitz (1992).

Come suggerisce il titolo del documento, c’era bisogno di ricostruire la difesa statunitense, il quale punto cardine risiedeva nel “preservare ed estendere la posizione vantaggiosa (degli USA) il più a lungo possibile nel futuro”.

“Nel decennio del dopoguerra, tuttavia, quasi tutto è cambiato. Il mondo della Guerra Fredda era un mondo bipolare; il mondo del 21° secolo è – almeno per il momento – decisamente unipolare, con l’America come “unica superpotenza mondiale”. L’obiettivo strategico dell’America era il contenimento dell’Unione Sovietica; oggi il compito è preservare un ambiente di sicurezza internazionale favorevole agli interessi e agli ideali americani. Il compito dei militari durante la Guerra Fredda era di scoraggiare l’espansionismo sovietico. Oggi il suo compito è mettere in sicurezza ed espandere le “zone di pace democratica”; scoraggiare l’ascesa di una nuova grande potenza concorrente; difendere le regioni chiave dell’Europa, dell’Asia orientale e del Medio Oriente; e per preservare la preminenza americana attraverso la prossima trasformazione della guerra resa possibile dalle nuove tecnologie”. (pag. 13)
Difatti, a pagina 34, affermano che “elementi dell’esercito americano in Europa dovrebbero essere ridistribuiti nell’Europa sudorientale, mentre un’unità permanente dovrebbe essere basata nella regione del Golfo Persico”.

Secondo i membri del PNAC era necessario “Mantenere forze sufficienti in grado di dispiegare e vincere rapidamente più guerre simultanee su larga scala”. (pag. 17). E per riuscire in tutto questo era necessario aumentare nettamente la spesa militare. Il documento auspicava un’accelerazione dei piani di acquisto di nuovi veicoli di media stazza, aumentare il numero di aerei da guerra e portare il budget del Pentagono “dagli attuali 70 miliardi di dollari a 90-95 miliardi di dollari all’anno”. (pag. 34)

I neoconservatori e chi sosteneva le loro idee erano ben coscienti che le loro aspirazioni andavano ben oltre la visione moderata del cittadino medio statunitense. Proprio per questo motivo scrissero una frase molto eloquente a riguardo. Pagina 63: “Il processo di trasformazione, anche se porterà un cambiamento rivoluzionario, risulterà molto lungo. A meno che si dovesse verificare un evento catastrofico e catalizzante, simile ad una nuova Pearl Harbor”.
Rebuilding Americas Defenses : Project for the New American Century/Foreign Policy Initiative/ : Free Download, Borrow, and Streaming : Internet Archive

Questo documento fu pubblicato il settembre del 2000.
Lo stesso anno, con uno scarto di circa lo 0,5% dei voti e senza un legittimo riconteggio delle schede elettorali, Geroge W. Bush vinse le elezioni ed entrarono nella Casa Bianca 32 firmatari del “Rebuilding America’s Defenses”. Dick Cheney diventò vice presidente, Donald Rumsfeld ministro della difesa, Paul Wolfowitz vice ministro della difesa e I. Lewis Libby capo del personale del vicepresidente ed assistente per gli affari di sicurezza nazionale.
PNAC Contributors and Signatories from the George W. Bush Administration – Militarist Monitor (militarist-monitor.org)

Un anno dopo, esattamente l’11.09.2001, l’evento catastrofico e catalizzante avvenne.

Finita la guerra fredda nacque il nuovo nemico temibile che come disse Kristol nel 1996 «avrebbe unificato il paese portandolo all’azione»

Il giorno prima dell’attacco e del crollo delle Torri Gemelle e dell’edificio WTC7, il 10.09.2001, il segretario della difesa Donald Rumsfeld dichiarò: “Secondo alcune stime, non siamo in grado di rintracciare 2,3 bilioni di dollari di transazioni”. (Defense Business Practices at the Pentagon, September 10, 2001)

https://www.c-span.org/video/?165947-1/defense-business-practices
min. 14:11

New York, Stati Uniti, undici settembre 2001
L’11 settembre sul grande schermo: dai documentari ai film di genere – Il Sole 24 ORE
1:27:39

Il termine “stati canaglia” entrò nella dialettica politica e giornalistica. Le strategie del PNAC furono incluse nella “Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti del settembre 2002” (la cosiddetta “dottrina Bush”) Info difesaNEW.
Poco più di un mese dopo gli attentati, fu promulgato lo “USA Patriot Act” che rendeva legittimo ogni mezzo per combattere il terrorismo, a costo di mettere a rischio i diritti dei cittadini, la privacy e la libertà d’espressione. Semplice utopismo ideologico secondo i neoconservatori.

Ed ultimo, ma non per importanza: dopo lo sforzo e l’impegno di istituti di ricerca e gruppi di lavoro, dopo articoli lunghissimi scritti su giornali e riviste, dopo strategie sviluppate e lettere piene di firme indirizzate al presidente Clinton che lo esortavano a credere nella pericolosità di Saddam Hussein e delle sue armi di distruzione di massa in Iraq, i presidenti erano diventati loro e riuscirono a realizzare la tanto amata ambizione: occupare l’Iraq, prendere in mano le redini dello Stato medio orientale e cacciare Saddam Hussein.
Avevo 12 anni quando vidi la condanna a morte per impiccagione del presidente iracheno nei principali telegiornali nazionali.


Il senatore Tom Daschle, il leader della maggioranza in Senato, nel maggio del 2002 dichiara in conferenza stampa: “Sono profondamente preoccupato per le informazioni avute proprio ieri riguardo l’avvertimento che il presidente avrebbe ricevuto nell’agosto del 2001 sulla minaccia di dirottatori da parte di Osama Bin Laden e della sua organizzazione. […] Più volte e in più occasioni il vice presidente Dick Cheney ha chiesto di non investigare sull’accaduto.
User Clip: Dick Cheney Asked Sen. Tom Daschle NOT To Investigate 9/11 | C-SPAN.org

Chissà come sarebbe stato l’11 settembre se fosse avvenuto 20 anni dopo.                                                                                                   

Ci sono cose che sono difficili solo da credere.