1974 – La presidenza Ford e l’esasperazione del nemico sovietico

Dopo lo scandalo che investì la presidenza Nixon i neoconservatori si ritrovarono un partito repubblicano senza più i loro avversari. Ford fu il presidente che gli successe e fece entrare nella sua squadra uno degli esponenti più attivi dei neoconservatori: Donald Rumsfeld, un nome che sentirete ripetere più volte nei prossimi capitoli.

Da quel momento le teorie neoconservatrici potevano trovare spazio nella pratica, tuttavia, per ridare all’Unione Sovietica quell’immagine di avversario temibile ed avido, non bastavano le conferenze stampa ma servivano documenti e studi per poter avvallare le proprie ipotesi e ribaltare le informazioni della CIA, che descrivevano con tutt’altre parole il nemico russo.

Conferenza stampa di Donald Rumsfeld mentre enfatizza la pericolosità della potenza sovietica. 1976

Nel 1974 Albert Wohlstetter, professore dell’Università di Chicago e figura chiave nella strategia della guerra nucleare e nella riprogettazione della politica estera americana, accusò la CIA di sottovalutare sistematicamente il dispiegamento di missili sovietici, facendo sì che i conservatori iniziassero un attacco sistematico alla valutazione annuale della CIA sulla minaccia sovietica.
Nell’estate dello stesso anno, Wohlstetter scrisse nel giornale neoconservatore “Foreign Policy” un articolo dal titolo “Esiste una corsa agli armamenti strategici?”, concludendo che gli Stati Uniti stavano permettendo all’Unione Sovietica di raggiungere la superiorità militare non colmando il “divario missilistico”. Is There a Strategic Arms Race? on JSTOR

Sotto l’influenza di Rumsfeld, il presidente Ford fondò un istituto privato di ricerca dal nome “Team B Strategic Objectives Panel” con a capo il professore dell’università di Harvard e neoconservatore Richard Pipes. I suoi membri includevano Paul Wolfowitz, ex studente di Wohlstetter all’Università di Chicago e I. Lewis Libby, futuro capo dello staff della vice presidenza di Cheney ed anch’esso neoconservatore.
Paul Nitze, co-fondatore del Team B, aiutò nello stesso periodo a creare il Committee on the Present Danger (CPD) i quali obiettivi erano “aumentare la consapevolezza sul presunto dominio nucleare dei sovietici e di fare pressione sulla leadership americana per colmare il divario”.
Team B Strategic Objectives Panel – Militarist Monitor (militarist-monitor.org).
The B Team (sagepub.com)

Per far sì che il Team B potesse iniziare a lavorare, era necessaria la firma dell’allora direttore della CIA William Colby, che si rifiutò. Come lui stesso ammise: “è difficile immaginare come un gruppo indipendente di analisti ad hoc possa preparare una valutazione più completa sulle capacità strategiche sovietiche di quanto potrebbe fare la comunità dell’intelligence».

Poi il “Massacro di Halloween”‎‎ avvenne. Termine usato dai giornali per descrivere la riorganizzazione del ‎‎gabinetto‎‎ del ‎‎presidente‎‎ ‎‎‎‎Ford, avvenuta‎‎ il 4 novembre 1975.
Fu un tentativo di affrontare i molteplici scontri politici e di personalità di alto livello all’interno dell’amministrazione repubblicana.‎‎ ‎Infatti la leadership del presidente non era salda, pesantemente criticata dal governatore della California ‎‎Ronald Reagan‎‎ e dagli altri astri nascenti dell’ala ‎‎conservatrice‎‎ ‎‎del Partito Repubblicano.‎‎

Donald Rumsfeld passò da capo di gabinetto della Casa Bianca a ministro della difesa e la sua carica iniziale fu assunta da Dick Cheney, personaggio che nel corso del tempo ha fatto le veci dei neoconservatori più agguerriti, futuro vice presidente degli Stati Uniti.
Gli uffici del segretario di Stato e del Consigliere per la sicurezza nazionale, una volta ricoperti da un unico ruolo, furono divisi e Kissinger ne mantenne uno solo. Mentre Colby, il direttore della CIA che si rifiutò di firmare l’inizio dei lavori del “Team B”, fu licenziato e sostituito da George H. W. Bush, che firmò al suo posto.

In riferimento al “massacro di Halloween”, importante da ricordare è la lettera che Donald Rumsfeld, ancora capo di gabinetto, scrisse e spedì al Presidente Ford riguardo la sua problematica di leadership.
24 ottobre 1975: “Signor Presidente, tengo molto a lei come persona e al suo successo. Ho lavorato sodo qui alla Casa Bianca e mi è piaciuto farlo. Ho a cuore il Paese e credo che sia di vitale importanza che lei sia rieletto e che le politiche della sua Amministrazione siano continue. […] So che il morale è basso, ma credo che sia a causa dell’approccio organizzativo che lei ha tollerato. […] Lei deve essere libero di decidere, senza mettere in dubbio le motivazioni di coloro che fanno le raccomandazioni. Siamo convinti che il lavoro di cui avete bisogno non può essere fatto se non avvengono questi grandi cambiamenti. Lei deve essere libero di decidere al di là di qualsiasi relazione personale, compresi noi. Pertanto, le nostre dimissioni sono allegate”.
Pag. 1-2-3 1975-10-24 To Gerald Ford re Re-election and Rumsfeld and Cheney Resignations – Clean Cover Page Version.pdf)
Film documentario The Unknown Known: The Life and Times of Donald Rumsfeld, di Errol Morris, 2013

L’istituto “Team B” iniziò i lavori nel maggio del 1976 e gli esiti della ricerca non furono una sorpresa: secondo il report la CIA sottovalutava costantemente la pericolosità sovietica: “le prove concrete su cui si basano, si riferiscono principalmente alle capacità dell’avversario piuttosto che alle sue intenzioni, alle sue armi piuttosto che alle sue idee, motivi ed aspirazioni”.
9 Team B Panel Report on Soviet Strategic Objectives (degruyter.com)

Secondo il gruppo indipendente di ricerca, la CIA stava preparando gli Stati Uniti alla sconfitta della Guerra Fredda.

Chiaramente il Team B non prese in considerazione le condizioni di declino dell’Unione Sovietica di metà anni ’70, la bassa qualità dei missili, carri armati ed aerei. Non analizzò neppure i problemi di alcolismo e defezione che stava vivendo l’armata russa. Il loro unico obiettivo era mostrare all’amministrazione americana che di fronte a loro c’era un nemico da dover combattere, e ci riuscirono. L’istituto di ricerca privato riuscì a modellare la visione dei repubblicani sulle azioni da dover prendere nei confronti dell’Unione Sovietica, in barba alle informazioni raccolte da un organo autorevole come quello della CIA. Infatti quando il successivo presidente repubblicano – Reagan – salì alla presidenza, i toni più che esser caldi ardevano: il blocco sovietico fu definito dal nuovo presidente “l’impero del male” ed il conflitto tra le due potenze era diventato “tra democrazia e comunismo, elezioni e dittatura, libertà e tirannia. Tra la luce della libertà e le tenebre dell’oppressione”. Crearono un clima così pieno di tensione che fu necessario dare a quel periodo storico un nuovo nome: “la Seconda Guerra Fredda”.

La seconda guerra fredda (geo.tesionline.it)

Musica per le orecchie dei neoconservatori, che nel tanto erano riusciti a far guadagnare ai repubblicani una valanga di voti grazie all’alleanza con la destra religiosa, in cambio di ruoli nell’amministrazione governativa di Reagan: Paul Wolfowitz era stato messo a capo della segreteria relazioni estere della Casa Bianca, mentre Richard Pearl diventava vice ministro della difesa.

Che abbiano realmente influenzato il governo USA o no, la politica estera stava viaggiando, in linea di massima, come teorizzato dai primi neoconservatori, trainata dalla lotta del bene contro il male, e da un budget del Pentagono sempre più alto.

Tuttavia, la guerra dura finché hai un nemico da combattere.